Steelrising Recensione: una rivoluzione francese come non l’avete mai vista

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Steelrising RecensioneLa rivoluzione francese è forse uno dei momenti storici più importanti dell’umanità. Un evento di importanza mondiale i quali effetti, più o meno diretti, si ripercuotono tuttora sulla società moderna. Oltre a studiarla sui libri di storia il pubblico ha potuto impararci qualcosa in più grazie a molte forme letterarie (come il famoso fumetto “Le rose di Versailles“, trasposto poi al noto cartone animato chiamato “Lady Oscar“), multimediali e videoludiche, siano esse più fedeli o più fantasiosi nella loro interpretazione.

Impossibile non ricordare in particolare Assassin’s Creed Unity, l’ottavo capitolo della longeva saga marchiata Ubisoft ambientato proprio durante tale periodo storico. Questa volta, però, a prendere d’ispirazione la nota rivoluzione è stato lo studio di sviluppo Spiders, noto per aver pubblicato opere come GreedFall e The Technomancer, con la sua ultima novità: Steelrising.

Steelrising entra a capofitto nel territorio vasto e impervio dei soulslike, una sfida già di per se ardua considerando gli “avversari” attualmente presenti. Se i precedenti titoli sviluppati dal team francese non hanno mai conquistato appieno la critica, il motivo va puntualmente ricercato nella legnosità che affliggeva animazioni e sistemi di combattimento (ciò invece ha colpito poco il lato narrativo, capace di lanciare interessanti basi e sviluppi); ciò ovviamente ha creato non pochi dubbi nei fan dell’omonimo studio. Sarà riuscita Spiders nella sua sfida? Questa recensione è stata scritta apposta per non lasciare dubbi al riguardo perciò, bando alle ciance e cominciamo. Buona lettura!

Steelrising

Steelrising: libertà, uguaglianza e….automi?

Come ormai avrete capito la storia di Steelrising prende piede durante il periodo della rivoluzione francese, per la precisione nel 1789 a Parigi. Ma capiamo sin da subito che c’è qualcosa che non torna quando ci viene presentata la protagonista Aegis. Si tratta di un automa dalle fattezze femminili che serve la regina Maria Antonietta nella sua villa lontana dal centro della città ormai in fiamme. Eppure non è il fuoco della rivoluzione quello che sta divampando, ma quello della distruzione totale.

In poco tempo capiamo che “La Presa della Bastiglia” non è mai avvenuta in quanto Re Luigi XVI ha potuto contare su un esercito di automi che hanno poco a poco soffocato nel sangue i reazionari. Il popolo ora non si riversa per le strade per la paura e per la forza che il nemico sta opponendo, andando a sfumare sempre di più gli animi rivoluzionari. In un’ora cosi buia toccherà ad Aegis, sotto ordine diretto della regina, trovare Eugène de Vaucanson, l’ingegnere creatore di questi automi e della stessa protagonista, e porre fine al regno di terrore instaurato dal monarca.

Ci piacerebbe potervi inoltrare ancora di più alla trama che diverrà sempre più intricata, grazie anche a missioni secondarie e alla presenza di molte figure che hanno contraddistinto la rivoluzione come Robespierre o La Fayette, ma finiremo sicuramente per rivelarvi parte di essa e preferiamo che siate voi a scoprirla in tutte le sue sfaccettature.

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Steelrising: Tra robot e indipendenza

Queste sono le premesse di Steelrising, che sa mettere assieme stilemi visivi e narrativi diversi in maniera apprezzabile confermando ancora una volta che Spiders sa quel che fa per quel che concerne il lato della trama. Ed è proprio la sua lore e il suo world building che fanno di Steelrising il suo cavallo di battaglia più forte. La costruzione dei personaggi è davvero ben fatta, ricca di sfumature per nulla ovvie e che daranno profondità all’opera man mano che ci si avvicina verso il finale. Come detto anche prima, la presenza di figure storiche aiuta il tutto.

Fa sempre un certo effetto avere davanti a se personaggi che hanno influito sulla storia, anche se in questo ci ritroviamo in una versione alternativa con derivazione spinta sullo steampunk di quanto accaduto. Incredibilmente parlando, i personaggi secondari ad Aegis avranno molta più importanza nella costruzione della storia che la nostra protagonista. Attenzione, non intendiamo dire che ciò che faremo sarà ininfluente sugli avvenimenti, anzi è proprio il contrario. Sebbene ci sia un solo finale, le scelte intraprese avranno conseguenze sul cosa accadrà.

Ciò che intendiamo dire è che Aegis sarà colei che più farà fatica a interfacciarsi con i personaggi, probabilmente anche perché si tratta di un robot. La vera forza di lei arriva in maniera indiretta; in una Francia dove le strade sono svuotate dai rivoluzionari e dominate dalle macchine del Re, lei capirà sulla “propria pelle” gli orrori della monarchia e prenderà coscienza di cosa dovrà fare. La sua unicità, quella di saper parlare e intendere gli umani, già gli da un passo in avanti creando quelle situazioni di dubbi morali sul “trovare il proprio posto nel mondo”

Attraverso ciò Aegis si fa carico della volontà stessa del popolo che sarebbe dovuto insorgere, diventando essa stessa il simbolo che reincarna la rivoluzione. Da parte del giocatore quindi egli non diventa parte presente della rivoluzione (come è accaduto in Assassin’s Creed Unity) ma diventa esso la stessa forza che in quegli anni sovvertirà il sistema politico che ha dominato fino ad allora.

Steelrising

Sconfiggiamo automi con tanti stili diversi…

Passiamo ora al lato pratico e di gameplay che Steelrising ha da offrirci. Ma cominciamo dall’inizio: la personalizzazione di Aegis. Esattamente come in GreedFall, ci sarà possibile adornare l’automa dell’aspetto che più ci piace oltre a selezionare una classe iniziale con relativa arma. Tristemente, la personalizzazione estetica sarà alquanto scarna anche se alcune opzioni cambiano drasticamente come Aegis è vista.

Ciò lascia al giocatore la possibilità di creare l’outfit migliore seppur con pochi mezzi. Successivamente avremmo la possibilità di scegliere tra quattro classi con cui iniziare, ognuna di esse incentrata su determinate statistiche e armi. Sebbene ognuna di esse sia associata di default a una precisa tipologia di strumenti, sarà comunque possibile brandire un vasto arsenale di armi recuperabili durante la nostra avventura, le quali che a loro volta sono suddivise in nove categorie diverse.

Questo garantisce un ampio margine di personalizzazione sugli stili di combattimento che il giocatore può intraprendere; dai colpi pesanti a quelli più rapidi, dalle armi a distanza a quelle dotate delle cosiddette “abilità alchemiche” (che sono gli effetti di stato di questo gioco). E se questo non bastasse, ogni arma avrà una propria “abilità speciale” che può essere difensiva oppure offensiva.

 

Steelrising decide di concedere al giocatore la possibilità di portare con se due armi per volta, similmente e Code Vein, permettendo di cambiare rapidamente lo stile di combattimento. Il tutto adornato dalla fantasiosa costruzione ed estetica delle stesse armi. Non aspettatevi semplici moschetti o fioretti, preparatevi invece ad armare alabarde collegate ad una bocca da fuoco, scudi/spada a forma di orologio o incensieri appuntiti che possono prendere fuoco. Questa immensa qualità è un lato che ci è piaciuto molto.

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…ma perseguitati da alcuni problemi tecnici

Dunque, stando a queste premesse, ci si aspetterebbe un totale sistema di combattimento articolato e ingegnoso, eppure all’atto pratico ci si accorge purtroppo che non tutte le trovate sono state implementate in maniera armoniosa. Purtroppo la parte del gameplay, che ha avuto nelle precedenti opere dello studio una parte di mancanze, si fa sentire ancora una volta. Steelrising è un RPG-soulslike in piena regola e di conseguenza le solite caratteristiche del genere sono lì pronte a far impegnare il giocatore. Ma questo concerne solo la difficoltà? Come detto poc’anzi, purtroppo no.

Anzi, sulla questione della difficoltà ci piacerebbe aprire una breve parentesi prima di arrivare dentro gameplay. Alla base, Steelrising concede una sfida leggermente inferiore rispetto agli altri suoi cugini soulslike; oltre a permettere ai giocatori la possibilità di scegliere una specie di “easy mode” chiamata “modalità assistita”. Questa sua peculiarità, a nostro dire, è una cosa che abbiamo apprezzato. Infatti, per come è stato impostato, permette a quei giocatori che sono stati intimoriti dalle difficoltà proposte dagli altri titoli soulslike di potersi definitivamente avvicinarsi al genere senza troppi problemi; per i più affini invece può essere una valida alternativa alle sfide più ardue che possono trovare in altre opere.

Tornando al gameplay, segue lo stereotipo classico del genere per quel che riguarda i suoi elementi. I giocatori più vicini ai soulslike si troveranno fin troppo a casa, senza inoltrare chissà che novità. Sul come era previsto che funzionasse il gameplay, abbiamo optato per usare un pad, opzione che consigliamo fortemente a tutti voi. Sfortunatamente i fantasmi di Spiders tornano subito a farsi sentire: le animazioni sono poco chiare e difficili da interpretare, spesso troppo lunghe e figlie di un lavoro di pulizia di hitbox non svolto a dovere.

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Il rapporto tra i danni generati e quelli presi necessita di un bilanciamento. Una cosa che avrà effetto anche sui boss più impegnativi e che scoraggerà i giocatori. Successivamente, la gestione della stamina potrà risultare inizialmente punitiva, ma dopo poche battaglie invece ci apparso chiaro lo stile che si è voluto usare. La tecnica in questione è la stessa usata da Nioh ma in maniera più semplice: quando finiremo la stamina Aegis andrà in surriscaldamento e in un breve lasso di tempo potremmo ricaricare completamente la stamina con un pulsante. Il sistema però ci è risultato più volte confusionario in quanto a volte potevamo ri-ottenere la stamina e certe volte no, senza feedback che facessero capire se ci fosse un eventuale malus.

Al contrario, quando si inizia ad avere a che fare con le armi a distanza e gli elementi alchemici, la faccenda diventa a nostro dire forse un po’ troppo semplificata. Questi gli status he potremmo infingere e subire sono gelo, fuoco ed elettrico; in particolare il gelo ci è sembrato il “Deus ex machina” degli avversari, con l’aggiunta di un IA dei nemici non del tutto ai massimi. Con un po’ di dimestichezza, sfruttando l’agilità di Aegis e gli strumenti che il gioco mette a disposizione, quasi nessuna situazione risulta davvero difficile.

Avremmo infatti situazioni in cui dovremmo affrontare nemici singoli, come delle volte in cui ci saranno gruppi numerosi. Nel caso però il tutto ci risulti estremamente complesso, potremmo sempre correre via allontanandoci neanche troppo lontani dall’azione per far tornare i nemici alle loro posizioni di partenza.

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Steelrising: tra le strade di una cupa Parigi

La ritmicità del gameplay sfocia proprio sul level design del titolo in questione. Le aree più grandi saranno otto in totale, nei fatti hanno una loro vaga ampiezza seppur si noti una certa linearità consistente. La suddetta è stata in un certo senso “mascherata” dalla verticalità che l’esplorazione può prendere, grazie alla presenza del salto e di alcuni gadget come il rampino che ci permetteranno di raggiungere molte zone altrimenti irraggiungibili. Per altri fatti, invece, il level design si è dimostrato pressoché confusionario.

Un esempio perfetto di ciò sono le “Vestali” che prendono il ruolo dei “falò”, quindi i punti di respawn nel caso morissimo. Queste sembrano piazzate a caso, capita spesso che queste siano o troppo vicine tra loro o di non trovarne per una buona mezz’ora. Ricordando la linearità citata prima, le sempre amichevoli shortcut perdono in parte la loro importanza, con risultante di non servire molte volte e ad aumentare la perdita di orientamento del giocatore.

In nostro aiuto interviene una “bussola” che ci indicherà la direzione in cui potremmo trovare la missione principale o secondarie, anche se pure in questo caso a volte risulta confusionaria. Ci è capitato a volte di raggiungere un punto, superarlo (e quindi vedere progressivamente spostarsi l’obbiettivo della bussola), raggiungerlo per poi tornare all’inizio del tutto solo nella direzione opposta. Perché non dircelo prima?

Steelrising

Tutto questo però non si riflette sul piano artistico che invece ci è parso molto valido e dettagliato, oltre che a dare un’atmosfera evocativa al punto giusto. Questo pur tenendo conto che stiamo comunque parlando di una distopia, quindi se anche alcune cose potessero sembrare fuori posto non ci è sembrato giusto trovare tutti i peli nell’uovo. L’illuminazione a loro volta fa la sua figura, creando giusti ambienti che possono essere illuminati anche solo da una piccola brace ma che riescono a dare un che di suggestivo alla distruzione che circonda la capitale francese.

Sul lato del sonoro Spiders si è destreggiata il giusto, concedendoci musiche adatte agli scontri e ai boss che incontreremo anche se non è riuscita del tutto a renderle cosi memorabili. Per quel che riguarda la sua localizzazione, abbiamo apprezzato la presenza dell’italiano anche se non nel doppiaggio. Su quest’ultimo punto abbiamo potuto ben notare che anche in precedenza si è optato per questa via, lasciando quindi il voice acting in inglese; visto il contesto in cui il gioco si ambienta però ci sarebbe sembrata più corretta la scelta di un cast di voci in madrelingua francese per rendere l’immersione nel gioco ancora più forte.

In conclusione, Steelrising si conferma come le precedenti opere di Spiders un’occasione che sa eccellere in certi punti ma cadere nelle solite buche. Il talento in casa Spiders non manca, un talento che forse non riesce a sfociare completamente anche per via delle limitazioni economiche dello studio che comunque sa darsi fare con quel che possiede. Steelrising, secondo noi, è un valido titolo soulslike che può accontentare sia il pubblico affine al genere che avvicinare quelli curiosi e che non hanno ancora avuto modo di addentrarsi.