Little Nightmares 2 Recensione – Ma non dormo da tre giorni

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Little Nightmares 2 Recensione | Ora che siamo in pieno 2021, possiamo finalmente tornare a dirlo: è bello essere un fan dell’horror. Dopo un periodo di lunga stagnazione che poco ha offerto a noi sfortunati amanti del genere, gli ultimi due mesi sono stati ricchi di novità e Videogiochi con la V maiuscola. Piaccia o non piaccia, The Medium ha aperto le porte di quest’anno con un’avventura sì imperfetta, ma comunque in grado di intrattenere e stuzzicare sotto vari punti di vista. I campioni di Capcom hanno poi sconvolto l’Internet con la loro demo di Resident Evil Village (e non dimentichiamoci una certa seducente vampira di tre metri). E, dulcis in fundo, da pochi giorni Tarsier Studios ha pubblicato il tanto atteso sequel dei suoi piccoli incubi: Little Nightmares 2, un’avventura horror a puzzle dal forte valore artistico. Con ancora molti terrificanti titoli in dirittura d’arrivo, diamo un’occhiata proprio a quest’ultimo, uscito su ogni piattaforma la scorsa settimana e già molto discusso nella sua nicchia di appassionati – per motivi validi. Mentre proviamo a recuperare il sonno tolto da alcuni “interessanti” individui, chiudiamo gli occhi e facciamoci piccoli per questa recensione.

Iniziamo subito dal punto più critico: Little Nightmares 2 non fa esattamente paura. Qualcuno sta ora pensando che sto ripetendo la stessa tiritera di The Medium (e che sono una specie di robot immune agli spaventi), quindi meglio essere più specifici. Io, come penso chiunque si definisca un amante dell’horror, ho giocato a un lungo elenco di terrificanti titoli. In confronto a certi brutti colpi che si subiscono da alcuni di questi, l’opera di Tarsier Studios (ma già dal primo capitolo) non è pensata né studiata per spaventarci a morte e costringerci a ricorrere all’onnipotente coperta che protegge da tutti i mali. Qui vi è invece un’aspirazione a una forma ben diversa di terrore: quello scaturito da un’ambientazione affascinante ma aliena, piena di elementi contorti e grotteschi (per non aggiungere pericolosi) che creano una costante aura di inquietudine mista a bellezza. Non vi sono jumpscare, non vi è gore, non vi è alcuna costruzione pensata per far saltare il cuore in gola. Al contrario, l’intera esperienza si sviluppa attorno a una lunga serie di puzzle che devono essere risolti in situazioni sempre più concitate e delicate, in cui ogni errore può costare la vita al nostro protagonista. Condiamo questa formula con qualche gradito inseguimento (che però è sempre inserito all’interno di un puzzle e non è mai orientato alla mera sopravvivenza) e abbiamo un breve, ma intenso, viaggio attraverso letterali piccoli incubi.

Questo vuol dire che i fan dei più terrificanti videogiochi dell’orrore si annoieranno? Non per forza, semmai il contrario. I puzzle di Little Nightmares 2, punto focale del gameplay e dell’esperienza, sono ben costruiti e molto soddisfacenti. Il gioco sa come guidarci verso la soluzione senza però rivelarcela, permettendoci di usare il cervello e avanzare a piccoli passi senza mai perdere la bussola o rimanere incastrati in enigmi troppo complessi. Parliamo di un genere di avventura che non vuole essere difficile né hardcore, e pertanto si adatta bene anche a chi non è fan dei rompicapi. Gli sviluppatori hanno creato un universo esteticamente sensazionale e affascinante da esplorare, e di certo non desiderano che il giocatore se lo perda perché è rimasto incastrato. Potrebbe sembrare una contraddizione, ma quest’opera è perfetta per chi cerca un’esperienza horror rilassata. La tensione è suddivisa in più momenti intervallati da frequenti pause e checkpoint, che aiutano a non infastidirsi o perdere la pazienza se si cade vittima di trappole o attacchi di mostri. Attenzione però che, nonostante questo, Little Nightmares 2 non è affatto un videogioco facile o banale: il ragionamento gioca un ruolo importante, e non si può pensare di vedere la fine dell’incubo senza impegnarsi quel tanto che basta.

A questo punto della recensione, potrebbe sorgere una domanda (e probabilmente è già successo). Ma se il gioco non è complesso e nemmeno fa così tanta paura, come giustifichiamo il voto che hai inserito alla fine del testo? E questo è un ottimo dubbio, a cui ora darò risposta. Il vero valore di Little Nightmares 2 è nella sua estetica e nell’ambientazione. Pochissime opere riescono a essere contemporaneamente terrificanti e affascinanti, grottesche e carine, come questa. Presenta sempre un piacevole contrasto sotto questo punto di vista. Da un lato, abbiamo due piccoli teneri protagonisti che collaborano per superare i pericoli, comunicano emozioni tramite i gesti e si meravigliano di fronte a minuscoli piaceri (come saltare sulle mattonelle del parco o sedersi su una panchina per riprendere fiato).

Dall’altro, invece, ci sono giganteschi mostri deformi che tentano costantemente di catturare o torturare i nostri eroi in modi uno più orripilante degli altri. Da una parte ammiriamo lo charme dei luoghi da incubo che visitiamo, dall’altra temiamo le insidie che vi si celano dentro – e andiamo dunque a infilarci consapevolmente in brutti posti pur sapendo cosa ci attende. E ricordiamo, inoltre, di come lo stile sempre associato al maestro Tim Burton qui si sposa perfettamente con l’idea di gameplay e di narrativa. Non c’è dunque da rimanere delusi dal titolo: se i vostri standard di sfida o di terrore sono flessibili e non cercate solo infarti o scenari macabri, dovete dare una chance a Tarsier Studios e a questo ben riuscito sequel. C’è anche una demo, ricordo, se volete un assaggio prima di acquistare il piatto completo.

E tornando a parlare di paura, vediamo di fare un breve ma importante appunto. Sebbene il gioco difficilmente riuscirà a farvi urlare in preda al panico o farvi tremare le ginocchia, l’ambientazione è comunque intrisa di elementi terrificanti. Little Nightmares 2 si guadagna un posto nel genere horror proprio grazie al suo potere di tenerci sulle spine, creando ansia ludica senza ricorrere a mezzi troppo estremi per i non avvezzi. Certo, chi mangia orrore a colazione sarà difficilmente smosso da figure orripilanti o musiche dai toni leggeri, ma chi è meno abituato avrà comunque la sua degna dose di incubi con cui condividere il sonno. Specialmente se si rimane facilmente impressionati dalla rappresentazione visiva della paura, fatta da volti contorti, mostri sproporzionati, decorazioni fuori luogo e giochi di luci e ombre. È un po’ come tornare piccoli e dover attraversare i bui corridoi della nostra casa nel silenzio della notte: probabilmente nulla vi farà venire un magone o vi terrorizzerà a morte, ma sicuramente non affronterete l’esperienza con leggerezza. E nemmeno ne avrete un ricordo spensierato il giorno successivo.

Purtroppo, non tutti i bei incubi durano in eterno, e la brevità di questo in particolare si sente molto. Little Nightmares 2 è un’avventura ricca ma corta, forse un po’ troppo per quello che è l’attuale standard raggiunto dall’industria. Ci sono collezionabili e segreti che possono spingere a investire qualche ora in più nel gioco, ma nel complesso basta tirare avanti in maniera decisa e si raggiunge molto velocemente il traguardo. Ne vale certo la pena per quello che è l’eccezionale comparto artistico sopra descritto, ma potreste volerci ripensare tre volte se questo è il vostro unico acquisto per i mesi a venire. Ci sarebbe piaciuto vedere più approfondito il mondo dell’opera ed esplorare più facce dei pericoli che lo infestano. Purtroppo ci dobbiamo accontentare del fugace seppur delizioso pasto offerto dagli sviluppatori. In futuro vedremo sicuramente dei DLC e delle espansioni come è stato per il primo capitolo, ma è difficile che questo pensiero tolga del tutto il retrogusto amaro di una conclusione che arriva troppo in fretta.

Cosa abbiamo dunque tra le mani? Abbiamo un piccolo gioiello ricco di cura per il suo aspetto, che contiene un’ambientazione da incubo terribilmente intrigante. Non ci si stufa mai di Little Nightmares e ogni elemento in più che troviamo lungo la via è una gioia per il giocatore. Chi ha adorato il precedente capitolo (che non serve conoscere per apprezzare il secondo) amerà ancora di più questo; e ci sono ottime speranze che vedremo opere sempre migliori e sempre più curate in futuro. La breve durata della storia è forse l’unico vero problema, ma uno che non si può ignorare visto l’investimento necessario e la mancanza di buone ragioni per ripetere o ricominciare il viaggio. Al di là di questo, la qualità va premiata e Little Nightmares 2 si è meritato tutte le lodi tessute dai fan e da chi vi si è approcciato, anche senza conoscere bene il genere. Non sempre serve un jumpscare o una pioggia di sangue per fare di un’opera un buon horror.