Ecco perché Ratchet e Clank è uno dei migliori Platform mai realizzati

I platform, dall’alba dei tempi, rappresentano una delle colonne portanti del nostro amato medium, uno di quei generi profondamente connessi all’anima ludica più pura, alla sana e soddisfacente volontà di misurarsi con completismo e precisione, intense boss fight e acrobazie senza soluzione di continuità. L’origine del genere è da identificare nel lontanissimo, ormai, 1980, anno in cui venne rilasciato Space Panic, universalmente riconosciuto come prima produzione ad implementare delle piattaforme in cui spostarsi per evitare l’attacco dei mostri spaziali: da questo momento in poi, e soprattutto con l’uscita nel 1981 di Donkey Kong, i platfrom cambiarono per sempre la concezione di videogame, dando vita ad una delle saghe più importanti della storia del videogioco, ovvero Super Mario, destinata a sancire non soltanto l’ascesa di Nintendo ad azienda leader del settore, ma anche l’affermazione della concezione di gaming moderno, caratterizzata da console con vaste soft-teche e cicli di vita costanti. Inoltre, per le aziende di tutto il mondo, soprattutto in passato, i titoli a piattaforme hanno permesso di sopperire agli importanti deficit hardware, simboleggiando sia una soluzione per lo sviluppo low budget che anche il punto di partenza per molteplici studi indipendenti sprovvisti dei giusti fondi per approcciarsi a qualcosa di più complesso. Dagli anni 80 ai duemila la diffusione del genere fu gargantuesca, con una fioritura costante di produzioni iconiche e destinate a segnare le aziende d’appartenenza: impossibile non citare, facendo qualche esempio (oltre a Mario e Donkey Kong), il celeberrimo Crash Bandicoot, l’indimenticato Banjo Kazooie, l’amabile Spyro e la coppia più celebre presente in esclusiva su PlayStation 2, nientepopodimeno che Jack and Dexter e Ratchet e Clank, i quali non rappresentarono semplicemente due clamorosi assi nella manica del colosso nipponico, ma anche un importante step di crescita per due dei migliori studi di sviluppo in possesso di Sony, Naughty Dog e Insomniac Games. Nonostante la trilogia avente come protagonisti Jack e Dexter sia eccezionale sotto tutti i punti di vista (e soprattutto si evolva in maniera esponenziale nel corso dei tre capitoli), a nostro modo di vedere la saga di Ratchet e Clank (qui la review del reboot) simboleggia uno dei punti più alti mai toccati dal genere, nonché uno dei migliori concentrati di divertimento, gameplay e storyline mai visti nei platform.

Solitamente, se pensiamo ai platform, difficilmente colleghiamo il genere ad una trama articolata, ricca di colpi di scena e in grado di creare personaggi credibili e coerenti con sé stessi; in fin dei conti lo stesso Mario, universalmente riconosciuto come il Re della categoria, presenta in tutti gli episodi il medesimo canovaccio narrativo: ebbene, in questo il franchise di Insomniac riesce dove veramente in pochi sono stati in grado di giungere, consegnando al player una storia avvincente, scanzonata e divertente, a tratti anche profonda e riflessiva, capace di coniugare magistralmente un ecosistema credibile, dei personaggi iconici e mai banali e un senso di spensieratezza difficilmente presente in altre produzioni simili. Oltre a ciò, elemento da non sottovalutare, la storia è un continuo crescendo, con rivelazioni e plot twist (presenti soprattutto in “Armi di Distruzione” e “A Spasso nel Tempo”) in grado di fornire al brand un tono anche più maturo e serio. Impossibile non pensare all’origine dei Lombax, la diatriba con i Cragmiti, il Grande Orologio e gli Zoni: tutti elementi inseriti progressivamente e magistralmente nelle varie opere, senza mai snaturare l’essenza del brand o creare incongruenze narrative.

Il mitico duo pronto a tutto pur di salvare l’universo.

Senza ombra di dubbio, un altro elemento fondamentale nella realizzazione di un titolo a piattaforme è la presenza di una direziona artistica di forte impatto, capace di fornire un tono unico alla produzione e di rendere l’esperienza varia per tutta la durata: è innegabile, su questo, che la possibilità di viaggiare nelle profondità dello spazio aperto, visitando luoghi e pianeti dal fascino suggestivo e caratterizzati da paesaggi unici, abbia permesso agli sviluppatori di Ratchet e Clank di sbizzarrirsi anche per quel che concerne il character design, sempre in grado di catturare completamente l’utente e ammaliarlo mediante la presenza di creature contraddistinte dalle forme più disparate e sempre costruite su uno spiccato humor. Il Capitano Quark ne è un chiaro simbolo: all’apparenza muscoloso e prestante, condottiero di mille battaglie e fantomatico eroe, ma nella realtà fannullone e pavido, in grado soltanto di mettere costantemente i bastoni tra le ruote del nostro amato duo. Insomma, riuscire ad amalgamare così bene costruzione estetica del personaggio, immediatamente riconoscibile e in grado di entrare con prepotenza nell’immaginario dei player, e caratterizzazione emotiva, non è un elemento da tutti, soprattutto per i platform, solitamente orfani di ciò.

Creature dal fascino incredibile popoleranno i mondi del titolo.

È chiaro e lampante, però, che il vero elemento in grado di sancire il successo o il fallimento di titoli prettamente ludici come i platform non può che essere il gameplay, reale fulcro e cuore pulsante del genere. La forza di Ratchet e Clank, in questo, deriva dalla fusione assolutamente geniale e meccanicamente perfetta di feature di titoli platform in tre dimensioni a quelle di sparatutto in terza persona, garantendo in questo modo sia un divertimento senza pari che una diversificazione e varietà incredibile. Difatti, poter sconfiggere nemici con una chiave inglese, acquisire bolt da spendere per acquistare armi assolutamente fuori di testa ed impiegarle effettuando le combinazioni più impensabili rappresenta, effettivamente, un unicum nel panorama videoludico, superiore, a nostro avviso, al gameplay della maggior parte dei competitor. Sicuramente l’elemento che garantisce un successo così marcato è rintracciabile nella straordinaria inventiva e direzione artistica di Insomniac: ogni strumento di morte è contraddistinto da peculiarità estetiche e funzionali, le quali non soltanto garantiscono diversificazione negli scontri, ma anche approcci strategici differenti, perfetti nel non fornire mai una sensazione di già visto nemmeno proseguendo tra i vari episodi.

Un Ratchet combattivo pronto a distruggere qualsiasi minaccia.

Oltretutto, la possibilità di potenziare i gingilli sia attraverso l’uccisione dei nemici che mediante il Raritanio garantisce tanto un sensibile aumento della longevità della produzione, soprattutto in new game plus, dove verranno sbloccate le versioni potenziate, quanto il giusto incentivo all’uso completo dell’arsenale. Senza, ovviamente, dimenticarsi le fantastiche e competitive arene, perfette per guadagnare qualche bolt extra e cimentarsi in sfide complesse, e le adrenaliniche gare di overboard, nelle quali potremo immergerci in scontri di velocità all’ultima acrobazia. Il tutto sempre arricchito dalle tradizionali fasi platform, sia sfruttando Ratchet, grazie alla possibilità di camminare in assenza di gravità o di percorrere discese della morte sfruttando delle improbabili rotaie, che usufruendo dei servigi di Clank, questa volta in fasi caratterizzate da enigmi ambientali e utilizzo di mini droni comandanti dal robottino stesso. Insomma, se ancora non fosse chiaro, la varietà presente nella saga è semplicemente mostruosa, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza e palato.

Un temibile boss da affrontare.

Non facendosi mancare nulla anche sotto il profilo visivo, il pargolo della software house statunitense ha sempre raggiunto livelli incredibili per il genere, contraddistinto da una cura per i dettagli assolutamente impeccabile. D’altronde sappiamo bene che uno dei punti fermi di Sony è sempre stato il progresso tecnologico e lo sfruttamento della grafica come uno degli elementi base per attrarre videogiocatori, e l’unione di ottimi engine a un comparto tecnico tra il cartoon e il fantascientifico ha sempre prodotto risultati eccezionali.

Speriamo vivamente, attraverso questa lunga analisi, che l’attenzione e l’interesse nei confronti di Ratchet e Clank possa crescere in maniera sensibile in questi anni, in quanto, in fin dei conti, rappresenta uno degli ultimi baluardi (insieme a Mario e alcuni titoli Nintendo) del genere, sempre più diretto verso una quasi completa estinzione. A nostro avviso, è riscontrabile una malsana tendenza a sottovalutare ciò che propone la produzione targata Insomniac, quasi come se fosse scontato o, ormai, di uso comune nei competitor: la realtà è che la saga del micio spaziale rappresenta realmente un esemplare unico nel genere e nel medium, e solo per questo dovrebbe meritare maggiore considerazione da parte di tutto il mercato. Ora non ci resta che gettarci a capofitto in una nuova incredibile avventura, salvando ancora una volta la popolazione intergalattica.