Recensione Yooka-Laylee

Scrivere di platform nel 2017 sembra un ossimoro. Lo sarebbe stato, se un gruppo di sviluppatori sotto la firma di PlayTonic Games non avesse fatto partire un Kickstarter per finanziare lo sviluppo di Yooka-Laylee. La storia continua con il finanziamento che ha successo e con i videogiocatori che si troveranno (l’11 aprile) sugli scaffali dei negozi e digitali una pietra miliare dei platform 3D. Sì, senza mezzi termini, Yooka-Laylee è un titolo eccellente, sotto diversi aspetti. È inutile girarci intorno dal momento che molti di voi avranno già sbirciato il voto in calce all’articolo. Conviene però armarsi di pazienza e lente di ingrandimento per sviscerare al meglio tutte le sfaccettature che ha da offrire l’ultima produzione di PlayTonic. Il richiamo a Banjo Kazooie è palese e voluto, dal momento che è sempre stato etichettato come l’erede spirituale del titolo uscito su Nintendo 64 ben diciannove anni fa. Quello che arriva negli store fisici e digitali su Playstation 4, Xbox One, PC e Switch è una sua evoluzione, in termini di gameplay, tecnica e risulta essere molto meno vecchio di come ce lo saremmo aspettati, almeno in sede di anteprima. Yooka-Laylee è un prodotto old-school, perché sviluppato da veterani dell’industry, perlopiù ex-Rare. E si vede. Le citazioni, le musiche, il (non) doppiaggio portato in scena con i versi di animali, l’interfaccia di gioco e alcune sequenze sono direttamente ispirate al capitolo uscito su N64 e riproposto nella Rare Replay su Xbox One. Qualora abbiate giocato la collection sulla console Microsoft, le somiglianze saranno seriamente tangibili, segno che gli sviluppatori hanno veramente provato a riportare quelle sensazioni datate 1998 nel 2017.

Il primo impatto con Yooka-Laylee è buono. Le prime fasi di gioco ci portano in un livello piuttosto lineare che funzionano da tutorial per i neofiti del genere (paradossalmente per i molto giovani si tratta quasi di un genere inedito). Dopo aver fatto la conoscenza dei protagonisti, Yooka e Laylee, rispettivamente un verdissimo camaleonte e un violaceo pipistrello, scopriamo ciò che muove le fondamenta dell’intera avventura. I due si trovano in possesso di un libro magico, desiderio proibito del malvagio Capital B, nel ruolo della nemesi. Il nostro compito nel corso dell’avventura sarà quello di controllare i due personaggi insieme, utilizzandone le abilità per esplorare un buon numero di mondi e raccogliere le pagine del tomo. Allo stesso tempo, dovremo cercare di non soccombere alle innumerevoli insidie e i tanti nemici presenti in ogni scenario; il tutto immersi in ambienti coloratissimi e particolarmente ampi e ispirati, densi di segreti. Sono proprio gli scenari ad essere il cuore pulsante di Yooka-Laylee, a braccetto con il level design delle mappe che, una volta sbloccate all’interno di un hub centrale che prende il nome di Torri dell’Alveorio, potranno essere giocate come un enorme sandbox semplicemente posizionandosi sopra il tomo d’appartenenza. L’obiettivo, come abbiamo accennato, è recuperare le pagine del libro sparse per i vari mondi. Per raccoglierle, siamo chiamati a completare puzzle, enigmi, sfide, gare, fasi platform, indovinelli, quiz o semplici quest. Il loop delle attività disponibile è lodevole e difficilmente vi annoierete nel girovagare per i mondi colorati. Oltre a decine di pagine da raccogliere, gli sviluppatori si sono dilettati a riempire i mondi con centinaia di segreti, tra collezionabili e missioni extra da sbloccare. Il tutto è orchestrato tramite uno scaltro stratagemma: dopo aver sbloccato un mondo di gioco pagando con le pagine, potremo ampliarlo aggiungendo altre pagine allo scambio. In questo modo compariranno aree extra che aggiungono rigiocabilità e pane per i denti dei completisti più accaniti.

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L’aspetto intrigante risulta essere il sistema di progressione, per nulla ancorato agli stilemi moderni.

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Per snocciolare brevemente il mondo a parte di Yooka-Laylee costituito dai segreti, vi basta sapere che una volta entrati in un nuovo scenario, con la pressione del tasto per tornare al menu, potrete visualizzare quanti collezionabili avete trovato e raccolto nel tal livello. Questi spaziano da piume, gettoni, power up permanenti e oggetti chiave per le quest che prendono vita all’interno del mondo stesso. L’aspetto intrigante risulta essere il sistema di progressione, per nulla ancorato agli stilemi moderni. Fin dai primi livelli, per raccogliere alcuni oggetti, sarete chiamati ad utilizzare alcune abilità peculiari di Yooka e Laylee che si acquisteranno in futuro, nel corso della vostra avventura. Questo escamotage provoca un flusso di backtracking non indifferente. In sede di recensione, dal momento che non avevamo modo di confrontarci con altri giocatori, ci siamo trovati spiazzati di fronte ad enigmi impossibili da risolvere in un primo momento, che vi costringeranno a tornare una volta acquisita una specifica abilità. Le mosse dei due buffi protagonisti si comprano con le piume, collezionabile più comune in tutti i mondi di gioco. Il mercante che vende le mosse è uno dei personaggi principali dell’avventura e si sposterà con voi nel corso del vostro cammino. Una volta che avrete preso confidenza con le mappe, vi risulterà quasi spontaneo girovagare per le stesse, vaste e complesse da esplorare a fondo. Yooka-Laylee è dannatamente old-school sotto un altro punto di vista, vitale per assaporarne ogni momento: non esiste una mappa di gioco. Tutti i mondi di gioco, compreso l’hub centrale, degno di un ottimo level design con scorciatoie, leve e vie secondarie sbloccabili, non possiedono alcun riferimento geografico. A funzionare da bussola ci penserà il vostro senso dell’orientamento e il buon lavoro di map design effettuato dai ragazzi di PlayTonic.

Le sfide ad anelli sono una delle molteplici attività con cui vi imbatterete.

In un senso puramente tecnico, Yooka-Laylee su Playstation 4 è bello, ma non bellissimo. La scalabilità è secca su certi scorci e alcune texture, anche di percorsi principali, risultano slavate e in bassa risoluzione. Il tutto è figlio del voler privilegiare il frame rate che abbiamo trovato godibile con qualche singhiozzo solamente in alcune situazioni. Per quanto concerne il gameplay, Yooka-Laylee ha preso il meglio da tutti i platform a mondi usciti fino ad oggi. Se Banjo Kazooie è la principale fonte d’ispirazione, Spyro e Croc seguono a ruota, con un sistema di mondi e progressione che ricorda molto il draghetto viola. Il lato ludico di Yooka-Laylee è dunque eccezionale, con soluzioni di gameplay classiche del genere che si mescolano in un arcobaleno di colori, al punto tale da far pesare maggiormente quelle sbavature tecniche che penalizzano alcuni scorci davvero magnifici. Buono il lavoro sulle animazioni dei personaggi principali che risultano sempre coerenti e gradevoli da osservare, anche quando lasciate il pad per qualche istante. L’aspetto più controverso di tale opera è la sua narrativa. I dialoghi, come abbiamo detto, non hanno un vero e proprio doppiaggio parlato, ma un’accozzaglia di versi e grugniti degni di una fattoria. Il che fa ridere per le prime ore di gioco, poi vi limiterete a leggere cosa hanno da dirsi i personaggi senza badare troppo al sonoro che li caratterizza. La sceneggiatura non è eccezionale, ma la qualità di alcune battute è eccellente, soprattutto per i giocatori appartenenti a quella vecchia scuola in grado di carpirne le citazioni. Non vi cito neanche un esempio perché non è mia intenzione rovinarvi le sorprese.

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Per vedere i titoli di coda, potrete metterci dalle 12 alle 16 ore, qualora non vi interessino i collezionabili e le quest secondarie dei mondi.

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Per tirare le somme, il platform 3D ideato da PlayTonic è un prodotto solido, intenso, longevo, ispirato e coloratissimo. Per vedere i titoli di coda, potrete metterci dalle 12 alle 16 ore, qualora non vi interessino i collezionabili e le quest secondarie dei mondi. Se vi concentrate solamente sullo svolgimento degli stessi limitandovi a raccogliere un numero sufficiente di pagine per sbloccare il successivo (senza ampliarli) e battere i boss dei livelli, probabilmente vedrete la conclusione in una dozzina di ore. Qualora siate completisti o vogliate esplorare ogni angolo di Yooka-Laylee (e vi garantiamo che ne vale la pena), mettete in conto almeno una ventina di ore, se non di più, poiché alcune sfide e alcuni oggetti sono davvero ostici da recuperare. Infine, se avete amici a casa, fratelli o sorelle, il titolo mette sul piatto due modalità split-screen fino a 4 giocatori, proprio come ai vecchi tempi, per divertirsi in compagnia al parco titoli Rextro: NPC che incontrerete ben presto in game. Aggiungendo queste modalità alla formula, converrete con noi sull’occhiolino fatto dagli sviluppatori verso gli utenti anni ’80/90.

Yooka-Laylee non è un platform perfetto. Pecca di qualche magagna tecnica e la telecamera non è sempre gestibile. Concettualmente, al contrario, siamo di fronte ad un prodotto forte, tenace, in grado di riportare in auge un genere sepolto da tempo sotto le macerie della nostalgia. Detto tra noi, crediamo che il massimo potenziale di Yooka-Laylee si possa esprimere su Nintendo Switch, sulla cui data di uscita non si sa nulla. Se cercate le emozioni dei vecchi Banjo Kazooie e Spyro, siete nel posto giusto.