Recensione OkunoKA

Il team italiano Caracal Games Studio ha portato di recente su Nintendo Switch la sua ultima creazione, OkunoKA, titolo accostabile a quel particolare genere chiamato “masocore” e basato quindi su un gameplay che mette a dura prova le abilità e la pazienza del giocatore. Il genere cerca per sua natura di proporre ardue sfide, che quasi sempre richiedono più tentativi per essere superate. Parlando di questo: non si può non citare Super Meat Boy di Edmund McMillen, opera che ha riscosso un grande successo proprio per le soddisfacenti dinamiche proposte. OkunoKA prende veramente tanto dal titolo in questione, e per capirlo basta guardare i primi livelli, i quali fungono da tutorial e possiedono un concept praticamente identico. Prendendo in esame un prodotto così ispirato ad un altro, ciò che ci si aspetterebbe è almeno un’evoluzione di quella formula, qualcosa che contribuisca a dare al gioco la sua identità. Cosa che OkunoKA, purtroppo, non fa. Vediamo perché.

OkunoKA vede il personaggio di Ka intento a salvare il mondo dal crudele Os che, avido di potere, vuole utilizzare le anime per scopi malvagi. La missione di Ka è quindi quella di liberarle, livello dopo livello, fino alla resa dei conti. La storia è raccontata attraverso immagini statiche che appaiono ad inizio mondo e sono tutto sommato gradevoli dal punto di vista stilistico. Nonostante sia grazioso, graficamente risulta però fin troppo influenzato da Rayman, dettaglio che si nota anche vedendo i menu di pausa. Il gioco è sicuramente molto bello da vedere, ma sarebbe stato apprezzato anche qui un maggiore sforzo per rendere lo stile più unico e suo.

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Chi ha giocato Super Meat Boy non potrà non provare una sensazione di déjà vu.

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Ciò in cui pecca maggiormente il platform è proprio il suo essere troppo derivativo; di suo infatti ha ben poco. Non solo stilisticamente ma soprattutto per quanto concerne il gameplay e i suoi elementi. Descriviamo però le sue caratteristiche: i mondi presenti sono quattro, ognuno con 19 livelli più una boss battle. In alcuni stage è possibile scovare sia dei collezionabili che dei vortici, che portano in zone bonus oscure in cui avremo un numero limitato di tentativi per raccogliere le anime e completare i percorsi. Andando avanti nell’avventura vengono introdotte più minacce, che rendono il titolo ogni volta più ostico, come ad esempio laser o missili a ricerca. Chi ha giocato Super Meat Boy non potrà non provare una sensazione di déjà vu, data appunto da vari aspetti un po’ scopiazzati. Nonostante questo, non mancano meccaniche di gioco che provano ad alleviare questa impressione, come quella dei tre elementi. Durante i livelli incontreremo infatti delle piattaforme appartenenti a uno specifico elemento: ghiaccio, fuoco e elettricità. Tramite l’utilizzo dei tasti dorsali saremo in grado di passare da uno all’altro, in modo da far apparire la piattaforma desiderata per proseguire. Nei primi due mondi questa feature è ben innestata, anche perché prevede solo due magie, con i quali la progressione nello stage è più fluida e istintiva nonché adatta al tipo di gioco. Nel momento in cui viene aggiunto il terzo elemento, però, questa naturalezza viene per forza di cose a mancare, data la maggior difficoltà e la conseguente legnosità di alcune sezioni. Ci sono alcuni scenari che li sfruttano e combinano in modo ottimo, ma molti purtroppo non riescono a creare lo stesso tipo di divertimento.

OkunoKA
Grazie alla sua lunga lingua Ka può aggrapparsi a degli appigli e acquisire velocità.

Altri problemi riguardano la visuale, che non è sempre perfetta e presenta alcune sbavature. Capita che piattaforme o ostacoli siano fuori dalla parte visibile dello scenario ed è spesso necessario morire per imparare poi a calcolare le giuste distanze. Il problema sorge anche quando la visuale scatta per passare da una parte all’altra del livello, cosa che succede comunque raramente. Un boss, in particolare, si svolge in verticale e in quel caso forse sarebbe stato più sensato uno scorrimento graduale piuttosto che lo scatto. Parlando in generale dei boss, questi non sono troppo ispirati, e gli ultimi soprattutto, richiedono azioni esageratamente meccaniche. Pertanto è necessario imparare a memoria ogni singola azione da fare o si rischia di perdere molto spesso. È giusto che in questo tipo di prodotti il boss vada studiato anche attraverso le morti e i fallimenti, ma in questo modo il tutto diventa monotono e poco divertente. Ciò si può dire anche di qualche stage degli ultimi mondi, nei quali la difficoltà è stata tarata non benissimo.

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Come ulteriore sfida, c’è anche la possibilità di vedere i risultati dei nostri amici in modo da poter confrontare i nostri record con i loro.

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Come Super Meat Boy, OkunoKA ha collezionabili sparsi in vari livelli e non è assolutamente facile recuperarli tutti. Essi, insieme al sistema di rango che ci invoglia a superare il nostro record in ogni area, aumentano abbastanza la longevità, la quale non è alta se si desidera solo arrivare al finale. È possibile anche vedere i risultati dei nostri amici così da confrontarci con loro e sfidarli. Altro elemento già citato in precedenza sono i vortici, nei quali sono presenti altri extra. Questi stage oscuri, benché siano gradevoli graficamente, presentano un difetto abbastanza importante. Gli spuntoni infatti si confondono con il resto dello scenario e non sono per questo molto visibili. Succede quindi di morire quasi senza accorgersi dell’errore fatto, ed è dunque un dettaglio da migliorare evidenziando meglio i punti letali. I collezionabili scovati serviranno per sbloccare altri personaggi, i quali non hanno però loro caratteristiche peculiari ma fungono più che altro da simpatiche skin.

OkunoKA
Nei livelli bonus, come si vede in alto a sinistra, avremo un numero di tentativi limitati.

Buona la colonna sonora, che presenta varietà nei diversi mondi ed è adatta ai vari contesti. Le musiche non sono molte ma si rivelano comunque piacevoli all’ascolto. Tecnicamente invece nulla da segnalare, se non qualche piccolo e raro bug o errore. Sia su TV che in modalità portatile il titolo è fluido e godibile, con un frame rate piuttosto stabile.

OkunoKA è un titolo tutto sommato divertente, grazie alla sua velocità e alle sfide che propone. Purtroppo però soffre di svariati problemi e spesso richiede al giocatore azioni troppo meccaniche. Il difetto più grande del gioco sta però nel suo essere eccessivamente ispirato ad altri prodotti, cosa che non permette a OkunoKA di avere una sua vera e propria identità. Limitandosi a riprendere la formula di Super Meat Boy senza farla sua, esso rimane all’ombra di quest’ultimo e non riesce ad emergere come ci si aspetterebbe.