Recensione Solo: A Star Wars Story [No Spoiler]

Nel 1977 usciva nei cinema un film parecchio insolito. Si trattava di una pellicola realizzata con un budget molto limitato, significativamente al di sotto degli standard Hollywoodiani. Lucasfilm, la casa di produzione di George Lucas, aveva deciso di investire in un progetto alternativo, una sorta di racconto epico ambientato nello spazio. Bastarono poco piรน di dieci milioni a realizzare un film che sarebbe poi diventato un successo epocale con un incasso superiore ai 700 milioni di dollari, un trionfo in grado di dare il via ad uno dei media franchise di maggior successo nella storia del cinema. Quel film era Guerre Stellari: il racconto di unโ€™avventura ambientata in una galassia lontana lontana, dove lo scontro tra il bene e il male si personificava nella figura di Luke, un giovane ragazzo su di un pianeta dimenticato, inconsapevole di essere egli stesso la nuova speranza di libertร . A quarantuno anni di distanza dallโ€™inizio di questa storia, quella scintilla di speranza ha infiammato il mondo intero, portando emozione nella vita di migliaia e migliaia di persone. รˆ con questa ereditร  alle spalle che arriva al cinema Solo: A Star Wars Story, un film a diretto contatto con quel primo originale barlume di genialitร , un film su cui molti avevano dei dubbi.

Mettere in scena le origini di Han Solo non รจ unโ€™impresa facile. Il burbero contrabbandiere e pilota spaziale รจ una figura iconica nella cultura pop dellโ€™ultimo mezzo secolo e come se non bastasse, a vestire i panni del personaggio fu Harrison Ford, un attore che dopo il suo debutto proprio in Guerre Stellari divenne uno dei volti piรน conosciuti del grande cinema, interpretando Indiana Jones in tutta la saga e Rick Deckard in Blade Runner. Il rischio di deludere le aspettative del pubblico imbarcandosi in un progetto simile รจ altissimo, senza considerare poi quanto tutti noi siamo inconsciamente spaventati allโ€™idea del cambiamento. Entrare in sala per assistere ad un momento cosรฌ significativo per una saga che io, e tanti altri come me, abbiamo amato cosรฌ profondamente รจ unโ€™emozione unica. Cโ€™รจ solo un consiglio che ci sentiamo di dare a tutti gli appassionati che andranno a vedere questo film al cinema: lasciatevi alle spalle i preconcetti, lasciatevi alle spalle il timore di essere ad un passo da unโ€™infanzia rovinata, date a questo nuovo Han Solo una possibilitร  e vi assicuriamo che la vostra speranza sarร  ben riposta.

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รˆ questo il tema alla base di Solo: A Star Wars Story, una grande avventura alla ricerca della agognata libertร .

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Chi รจ Han Solo? Questa รจ la domanda principale a cui vuole rispondere il film, da dove viene? Cosa lo ha motivato a divenire lโ€™eroe che conosceremo in Episodio IV? Molte delle risposte che cercate sono racchiuse allโ€™interno di questo film. Gli spettatori conoscono il destino di Han, conoscono la sua sorte, gli eventi della pellicola non sono quasi mai completamente inaspettati, eppure si svolgono in modo sorprendente. La banalitร  non รจ una caratteristica familiare a Lucasfilms ed il loro ultimo prodotto non fa eccezione. Il giovane Han viene dal fango, figlio di nessuno cresciuto sulle strade di un pianeta che pullula di criminali, soggiogato alla volontร  di questo o quel capobanda e trattato alla stregua di uno schiavo, il ragazzo sogna una sola cosa: la libertร . Determinato a fuggire dalla vita che รจ sempre stato costretto a vivere, Han รจ disposto a tutto pur di poter diventare un pilota spaziale, per poter girare la galassia sulla sua astronave in compagnia della ragazza che ama Qiโ€™ra. รˆ questo il tema alla base di Solo: A Star Wars Story, una grande avventura alla ricerca della agognata libertร , la speranza di poter un giorno decidere per sรฉ stesso senza dover rispondere a nessun criminale e a nessun superiore.

รˆ il volto di un bravo ragazzo quello che vediamo affacciarsi sullo schermo, il sorriso di chi ancora affronta le sfide della vita con ottimismo e determinazione. La crescita รจ il secondo cardine attorno al quale ruota Solo: A Star Wars Story, il giovane Han deve crescere, deve scontrarsi con la vita che ha scelto e deve per forza di cose pagare il prezzo della libertร  e dellโ€™avventura che tanto desidera; sarร  la sua ingenuitร  ad essere moneta di scambio in questa trasformazione. Passo dopo passo il ragazzo venuto dal fango con gli occhi sognanti imparerร  che la vita non รจ tutta rose e fiori e che, ogni tanto, bisogna saper giocare sporco per tornare a casa vincitori. La gestione della trama in questo film รจ molto semplice: si tratta di un racconto di crescita e di unโ€™avventura come tante altre, tuttavia in sala si respira il destino. Proprio cosรฌ, il destino. Gli eventi della trama si svolgono prima di Episodio IV: Una nuova speranza, in un certo senso si svolgono prima dellโ€™intero Star Wars. Si tratta di un setup per quello che verrร  dopo: il destino di Han Solo รจ il Millennium Falcon, รจ diventare il famoso contrabbandiere che Luke incontrerร  in una locanda su Tatooine, lโ€™uomo che percorse la rotta di Kessel in 12 Parsec, nulla puรฒ cambiare questa realtร  e per questa ragione molti eventi del film hanno una conclusione quasi inevitabile. Ma questo non cambia il fatto che Lucasfilm e Ron Howard siano stati capaci di mettere insieme un racconto che lascia lo spettatore incollato allo schermo argentato dallโ€™inizio alla fine del film.

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Se non fosse per lโ€™originale marcia imperiale e per il tema della forza potremmo affermare che sia la colonna sonora migliore mai vista in un film di Star Wars.

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Prima ancora di parlare di quanto il cast sia eccezionale, รจ appropriato concentrarsi sulla colonna sonora. Secondo la nostra modesta ed opinabile opinione, la colonna sonora di questo Solo: A Star Wars Story รจ una delle migliori main theme che ci sia capitato di ascoltare al cinema negli ultimi anni. Se non fosse per lโ€™originale marcia imperiale e per il tema della forza potremmo affermare che sia la colonna sonora migliore mai vista in un film di Star Wars. La componente immersiva che scaturisce dalle musiche รจ straordinaria. Si tratta di una miscela composta da suoni di attesa e da incalzanti accompagnamenti per le scene di azione. Non รจ un caso che il tema principale della saga si faccia attendere parecchio prima di essere riproposto: come detto in precedenza lโ€™intero film รจ un racconto preparatorio, un viaggio verso lโ€™Han Solo che tutti conosciamo. Sarร  soltanto quando i nostri Han e Chewie siederanno nei posti che gli spettano che sentiremo per la prima volta le note del famoso tema principale in tutta la sua potenza. Solamente quando sullo schermo farร  capolinea il riflesso di quel lontano ed inevitabile Destino la musica battezzerร  ufficialmente il film con la ripresa del tema originale: sarร  quello il momento in cui la Star Wars Story si sarร  guadagnata il suo nome.

Perchรฉ un progetto cosรฌ delicato avesse successo, non bastava ingaggiare qualche bell’attore, bisognava mettere insieme una squadra coi fiocchi. Servivano dei veri e propri fuoriclasse, e vi possiamo assicurare che su questo la produzione non ha badato a spese. Le interpretazioni sono tutte ad un livello altissimo, a partire da Alden Ehrenreich che aveva sulle spalle il compito piรน difficile di tutti. Paragonare la sua interpretazione a quella di Harrison Ford sarebbe scorretto sia nei suoi confronti che nei confronti di Ford. Sono due persone diverse ed avevano due incarichi molto diversi. Se lโ€™originale Han Solo era un personaggio tutto da scrivere, la sua nuova e giovane versione รจ invece il retaggio di un passato importante, passato al quale Ehrenreich riesce a rendere omaggio in maniera piรน che adeguata, facendo suo il personaggio ed allo stesso tempo mantenendolo coerente con sรฉ stesso. Cโ€™รจ qualcosa di intangibile nella sua performance, una miscela di piccoli gesti ed attitudini che riescono a riportare sullo schermo la stessa sensazione che trasmetteva il vecchio Han Solo;ย in aggiunta a questo cโ€™รจ poi il contributo personale di Alden Ehrenreich, lโ€™insieme di tutte le espressioni sorridenti e la sfacciataggine che si addice alla giovinezza di Han. Un risultato ben al di sopra delle aspettative.

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Donald Glover รจ Lando. Fine della storia.

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Ad aiutare Alden nel suo difficile compito cโ€™รจ una lunga sfilza di veri e propri campioni, nei panni di Qiโ€™ra abbiamo Emilia Clarke, la Daenerys di Game Of Thrones, quasi irriconoscibile per quanto calata nella sua parte. La facilitร  con cui riesce ad esprimere prima ingenuitร  e successivamente la caratteristica opposta รจ davvero ammirabile, forse un poโ€™ stretta in un ruolo piรน piccolo di lei, ma riesce comunque a restituire unโ€™ottima interpretazione che, alle volte, fa dimenticare il fatto che non stia cavalcando un drago. Donald Glover รจ una meravigliosa sorpresa, il lavoro compiuto dallโ€™attore per poter mettere in scena un cosรฌ credibile Lando Calrissian deve essere stato pazzesco. Donald Glover รจ Lando. Fine della storia. Lo charm, i movimenti, lโ€™atteggiamento galante e seduttivo, tutto nella sua performance riporta alla mente Billy Dee Williams, nulla รจ lasciato al caso, dal modo in cui muove il mantello alle espressioni ammiccanti. Un lavoro impeccabile, che riesce nonostante la fedeltร  a non essere una imitazione diretta. La giovinezza di questo Lando รจ piรน che visibile e lโ€™impronta di Glover รจ tuttโ€™altro che assente. Dulcis in fundo, nel ruolo di Tobias Beckett, criminale veterano dal grilletto facile e la mira infallibile, abbiamo un uomo che sa perfettamente come gestire simili incarichi: Woody Harrelson. Un nome che giร  di per sรฉ รจ un curriculum, un attore con un passato pieno di ruoli analoghi e non, un cavallo su cui scommettere a colpo sicuro che ancora una volta non delude le aspettative nei panni di mentore e amico per il nostro Han Solo.

Inutile investire troppe parole su fotografia ed effetti speciali: entrambi sono assolutamente da manuale. Alcune inquadrature sono di una bellezza mozzafiato: che ci sia un enorme deserto sconfinato o che sia una ripresa allโ€™interno di una malfamata locanda, la macchina da presa sa esattamente come trasmettere lโ€™emozione adeguata alla situazione. Un esempio tra tutti il tavolo da gioco visto anche nei trailer, dove Lando ed altri criminali si trovano a scommettere in una specie di poker spaziale. Alcuni fotogrammi sono tanto belli da poter essere un quadro. Le scelte stilistiche sono sempre appropriate e gridano โ€œStar Warsโ€ ad ogni occasione. Bello poter finalmente vedere il Millennium Falcon in tutto il suo splendore, prima che diventasse la nave a cui tutti si riferiscono come โ€œvecchia ferragliaโ€. Bellissimi anche gli effetti speciali ma, volendo essere onesti, questa non รจ affatto una sorpresa. Nulla รจ lasciato al caso. Dove la colonna sonora di questo film potrebbe essere un bellissimo disco da ascoltare in cuffia, le inquadrature potrebbero tranquillamente essere raccolte in una mostra dedicata alla Saga.

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Lโ€™obiettivo รจ quello di coinvolgere anche i piรน piccoli sperando che i grandi non facciano troppi capricci.

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Arrivati a questo punto spero di aver reso chiaramente lโ€™idea di quanto questo Solo: A Star Wars Story sia sotto molti aspetti un gran bel film. Ovviamente perรฒ non siamo davanti ad una pellicola perfetta, senza ombra di dubbio anche questo spin off ha dei difetti, alcuni piรน difficiliย da accettare di altri. Durante la proiezione si notano alcuni errori di coerenza che, a voler essere onesti, sono parecchio fastidiosi. Si tratta di un paio di eventi in particolare che per ovvi motivi non abbiamo intenzione di approfondire in questa recensione, tuttavia ogni tanto qualche soluzione fa un poโ€™ storcere il naso, specialmente sul finale. Come giร  detto tutti gli attori compiono un ottimo lavoro, specialmente dal punto di vista fisico; ci teniamo a precisare che questa recensione si riferisce alla versione 2D doppiata in italiano, รจ proprio questo uno degli elementi che a volte sembra stonare con il resto del film. In particolare, nel caso di Emilia Clarke, il doppiaggio fatica ad esprimere la vasta gamma di sfumature che compongono il personaggio di Qiโ€™ra, un difetto che ci sentiamo di attribuire piรน al processo di localizzazione che alla scrittura del personaggio. Il film รจ adatto a tutta la famiglia, come รจ giusto che sia, e questa caratteristica puรฒ eventualmente risultare irritante a chi si aspettasse un racconto particolarmente maturo o complesso. Lโ€™obiettivo รจ quello di coinvolgere anche i piรน piccoli sperando che i grandi non facciano troppi capricci.

In conclusione, sentiamo di poter dire che questo Solo: A Star Wars Story รจ unโ€™avventura emozionante ed un racconto di crescita ben strutturato, il ritmo del film รจ incredibilmente adeguato e lโ€™altalena emotiva si muove regolare come un pendolo investendo lo spettatore con lโ€™azione, per poi lasciargli quel tanto di tempo che serve a rilassarsi prima di essere nuovamente trascinato in adrenalinici inseguimenti e battaglie a colpi di blaster. La separazione dagli episodi principali della saga รจ netta ed inequivocabile: dove gli otto film principali sono volumi di un racconto epico questo spin off รจ unโ€™avventura spaziale che, seppur collegata agli eventi centrali della saga, si presenta con un tono completamente diverso che mette al centro della narrativa il desiderio di libertร  invece che lโ€™eterna battaglia tra bene e male. Il cast di eccellenza, accompagnato da una fantastica fotografia e da una colonna sonora al limite della perfezione, riesce nell’ardua impresa di arricchire il personaggio di Han Solo, inserendolo in un ambiente di crescita coerente con la figura che incontreremo in Episodio IV e costruendo unโ€™alchimia niente male tra i vari partecipanti. Solo: A Star Wars Story รจ un degno elemento dellโ€™universo Star Wars e, come tale, รจ un film adatto a tutta la famiglia nรฉ troppo ingenuo nรฉ troppo complesso, perfetto per conciliare le aspettative di grandi e piccini. Una pellicola che gli appassionati della saga non possono assolutamente perdersi.